La speranza in un futuro diverso passa anche attraverso il lavoro
L’idea alla base dell’aiuto che Parada dà a sostegno di chi vive l’esclusione sociale si basa sul creare autonomia nei ragazzi, questo significa prima di tutto dar loro la speranza in un futuro diverso da quello che hanno vissuto, creare indipendenza e non dipendenza, perché la prima permette loro di essere artefici del loro domani e di tornare ad aver fiducia nelle loro capacità.
Dalla lungimiranza di alcuni imprenditori sappiamo che nascono collaborazioni fruttuose, come nel caso di Marcello Mangia, presidente e CEO del gruppo Mangia’s, che ha proposto ad un piccolo gruppo dei ragazzi di Parada di partire per la stagione estiva e lavorare nel resort di Marmorada in Sardegna: un’occasione che permetterà loro di mettersi alla prova.
Una volta concluso l’accordo, i ragazzi si sono messi subito al lavoro per migliorare la conoscenza dell’italiano grazie all’aiuto di Daria Barcheri, padovana di origine, ma residente a Bucarest, che si è offerta di impartire alcune lezioni, per poter dar loro gli strumenti migliori prima di partire.
La collaborazione con Mangia’s ci ha permesso anche di presenziare all’evento che la stessa società ha organizzato in occasione del BIT 2023, nel quale Chiara Piaggio, presidente di Parada, e Daniel Romila, collaboratore di Parada, hanno potuto presentare l’associazione e il progetto ad una platea gremita di professionisti del settore.
Un’occasione unica per parlare di quello che facciamo e di quanto le collaborazioni con altri enti o altre aziende possano costituire il fondamento per far crescere, anche umanamente, entrambe le parti.
Fondamentale, prima della partenza dei ragazzi, il supporto e la collaborazione del consolato e dell’ambasciata italiana a Bucarest che in poche ore ci hanno fatto avere i documenti necessari per i sei ragazzi.
Il 30 maggio, i ragazzi sono finalmente partiti per questa nuova esperienza, e sono arrivati in Sardegna accolti dal gruppo di volontari di Porto Torres, amici di Parada, che li ha accompagnati dall’aeroporto direttamente in struttura; la rete di volontari e amici ci permette di superare le difficoltà: non era possibile, infatti, trovare un volo che portasse i sei ragazzi all’aeroporto più vicino al resort e la collaborazione del gruppo sardo è stata fondamentale per evitare noiosi intoppi.